Che "diavolo" è Death Stranding?
Ecco, questa era la domanda più frequente nel 2019 videoludico, quando eravamo in prossimità dell'uscita della prima grande opera di Kojima, libero dalle catene di Konami e da quella schiavitù, croce e delizia della sua carriera, di Metal Gear Solid.
C'è chi lo ha criticato per il gameplay, chi per la narrativa; e chi ancora non ha capito fino in fondo che razza di gioco sia. Poi, invece, c'è chi lo ha adorato per il suo gameplay e chi per la sua narrativa.... tutto il contrario di tutto, un "odio et amo" videoludico che ha spaccato in due la community. Un gioco divisivo in tutto e per tutto.
Tuttavia, il geniale autore Giapponese, ci è riuscito ancora una volta, ha fatto la storia.
Per molti, il noto director, nel suo gioco, avrebbe addirittura profetizzato e previsto l'isolamento causato dalla pandemia covid, sopraggiunta qualche mese più tardi...
Un instant classic, un instant cult.
Kojima ha creato un prodotto unico nel suo genere, grazie ad un immaginario fantascientifico incredibilmente innovativo, da rimanere a bocca aperta, tanto affascinante quanto misterioso, dove esoterismo e scienza si amalgamano alla perfezione. Il tutto raccolto in un open world con meccaniche di gameplay, che ad un occhio superficiale potrebbero apparire banali e ripetitive, (vedi i famosi haters del gioco che lo definivano un "Walking Simulator"), ma che risultano assurdamente profonde ed assuefacenti.
Certo, è un esperimento particolare, che non sarà piaciuto a molti; tuttavia, nessuno potrà mai dire che il buon "maestro", abbia avuto paura di osare o sperimentare.
Quindi, ben vengano prodotti freschi, diversi, ed incredibilmente ispirati come Death Stranding!
Ma veniamo a noi, quasi 2 anni dopo l'uscita del prodotto originale; e sulla nuova ondata delle "Director's Cut" di Sony, (qui potete trovare la recensione della prima delle riedizioni, quella di Ghost Of Tsushima), ci troviamo a porci di nuovo il seguente quesito:
Che "diavolo" è Death Stranding Director's Cut?
Partiamo subito col dire che, questa nuova versione, non apporta enormi modifiche al gioco base, quindi siete tutti avvisati: se il prodotto non era nelle vostre corde all'epoca, non lo sarà nemmeno in questa edizione.
Fatta la dovuta premessa, le aggiunte ci sono, e sono anche simpatiche e molto gradite.
Come l'implementazione di nuovo equipaggiamento, che offre alcune interessanti opzioni extra quando si cammina da un posto all'altro; La catapulta cargo, ad esempio, permette di caricare i nostri "bagagli", per poi spararli verso un punto B. Questo è un modo divertente e utile per ottenere consegne in zone particolarmente impervie e difficili, o in aree che brulicano di potenziali nemici. La Maser Gun è un'altra nuova aggiunta, è un'arma estremamente utile contro i Muli, che li abbatte rapidamente (e non letalmente) in un soffio.
Parlando di armi, all'inizio viene introdotto un poligono di tiro, che consente di conoscere meglio le varie armi da fuoco e gli strumenti a disposizione di Sam. Si passa liberamente dai classici tiri al bersaglio, alle esercitazioni; queste ultime, molto simili alle missioni VR di un certo altro gioco di Kojima. È un modo divertente per competere con altri giocatori tramite le classifiche online, anche se immaginiamo che saranno i nuovi giocatori a trarre il massimo vantaggio da quest'area.
Concedeteci, però, di dire che l'aggiunta contenutistica che ci ha fatto più sorridere e divertire è il Racetrack, il circuito per le corse. Dopo averlo costruito tramite un nuovo terminale nella regione centrale del gioco, potremo cimentarti in numerose prove a tempo intorno al Fragile Circuit. Con vari percorsi da padroneggiare e veicoli vecchi e nuovi da guidare, è un netto cambiamento di ritmo rispetto al resto del gioco, ma è una gradita distrazione per prenderci una meritata pausa dalle nostre consegne. Come per le esercitazioni del poligono di tiro, anche qui possiamo competere nelle classifiche online, per la supremazia delle corse.
Un'altra ottima aggiunta è la "Fabbrica in Rovina", una nuovissima ambientazione, che costringe Sam ad adottare un approccio furtivo. Il tutto è un chiarissimo e riuscito omaggio alla serie di Metal Gear Solid: in questa struttura sono in corso alcuni affari loschi, ed intrufolarsi all'interno della base ed abbattere i Muli senza dare l'allarme, costringe i giocatori a esplorare e ad approfondire il lato "stealth" del gioco. In aiuto alla causa, ci vengono forniti vari meccanismi e strumenti che possiamo usare per procedere di nascosto. Avremmo voluto che queste sezioni avessero qualche missione in più, poiché molto divertenti, ma va bene anche così, dato che fanno il loro dovere, di dare varietà al gioco.
Parlando delle aggiunte da un punto di vista narrativo, possiamo dire che vi è qualche nuova, piccola rivelazione e qualche ulteriore approfondimento sui personaggi; ma nulla di estremo; ed è proprio qui che mi avrebbe fatto piacere trovare un po' di sostanza in più. Infatti, a modesto parere di chi scrive, la pecca del gioco, risiedeva proprio nell'avere un immaginario e dei personaggi così potenti, ma questi ultimi, sfruttati così poco, nonostante le potenzialità. Proprio per questo, mi aspettavo qualche retroscena in più sui comprimari, ma pare chiaro a questo punto, che per approfondire il discorso, dovremo aspettare il sequel.
Ma quanto "diavolo" è bello Kojima in 4K e 60 FPS?
Passiamo adesso al discorso tecnico. Sebbene tutte le nuove funzionalità sopra menzionate siano fantastiche e intessute in modo intelligente nell'esperienza complessiva, un grande lavoro è stato svolto anche nella grafica e nelle prestazioni del gioco, il tutto con ottimi risultati. Death Stranding era già uno dei titoli più belli di PS4, ma su PS5, gli ambienti straordinari, i modelli dei personaggi eccellenti e gli effetti visivi eterei, sono stati tirati a lucido per l'occasione e resi ancora più belli e definiti. Ovviamente, la modalità grafica migliore risulta essere quella delle "prestazioni", che porta il gioco a 60 fotogrammi al secondo; ed è meraviglioso vivere l'esperienza con una tale fluidità. Ad essere onesti, anche nella modalità "fedeltà", che porta la risoluzione fino a 4K full, anziché upscaling, il frame rate, spesso, sembra molto più fluido ed alto dei 30. Menzione d'onore, infine, va fatta al sogno bagnato di tutti i fan del gioco, che auspicavano ad un aggiornamento del titolo su PS5, per poter usufruire delle caratteristiche del Dualsense, che così tanto bene si sarebbero sposate con l'opera. Ed eccoci accontentati!
Finalmente la fatica, la fisicità dei movimenti ed il peso del carico che si destabilizza, adesso possiamo "sentirlo tutto, addosso", attraverso il feedback aptico del nuovo controller Sony. Un'aggiunta non da poco, che ci immedesima ancor di più in questo geniale contesto postapocalittico partorito dal designer Giapponese.
Tirando le somme, Death Stranding merita sicuramente di essere provato da chi non ha mai avuto a che fare col gioco, conscio, però, del tipo di esperienza a cui andrà incontro.
Per coloro i quali abbiano già portato a termine l'avventura, le nuove aggiunte, forse, potrebbero non essere sufficienti a giustificare una seconda run, ma è qui che ci viene in aiuto un sistema di esportazione dei salvataggi da PS4, seppur farraginoso, grazie al quale non dovremo per forza ricominciare l'avventura per poter provare le nuove aggiunte.
In definitiva, ci sentiamo comunque di stra-consigliare il prodotto, (nonostante i sui piccoli difetti e la sua tipologia di gameplay non adatta a tutti); soprattutto a chi non l'ha mai giocato, dato che, come asserito in apertura, siamo davanti ad una delle pietre miliari del gaming; ad una di quelle perle più uniche che rare, che non hanno paura di prendersi dei rischi sperimentando. Un gioco che, nel bene, e per alcuni nel male, è entrato di diritto nella storia, e noi amanti del medium dobbiamo assolutamente vivere ed essere testimoni della storia.